ASCENSIONE DEL SIGNORE (A)

ASCENSIONE DEL SIGNORE (A)
At 1, 1 – 11, ; Salmo 46 (47); Ef 1,17 – 23
MT 28, 16 – 20
TEMA: Fedeltà – Insegnamento

• In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
I discepoli ascoltano l’annunzio delle donne e si recano al luogo dell’appuntamento.
• Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Non tutti però hanno un cuore semplice, un animo aperto alla fede, nonostante la visione di Gesù ancora alcuni di essi dubitano.
Il dubbio è il tarlo della fede, sempre e in ogni circostanza esso si infiltra nella mente e corrode la verità.
• Gesù si avvicinò e disse loro: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.
Gesù è Onnipotente, Signore del cielo e della terra. Questo potere ha ricevuto dal Padre suo.
• Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
Il regno si apre al mondo intero. Gli apostoli sono i ministri di questo regno. Essi devono andare per il mondo ed ammaestrare tutte le nazioni. Devono cioè condurre a Cristo Gesù ogni uomo, e per questo devono battezzarlo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
E’ formula questa assai antica della fede trinitaria della Chiesa delle origini.
Il Battesimo è nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Un solo nome, tre Persone, una sola natura, Tre ipostasi divine.

• insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Non basta condurre al Maestro Gesù essi devono condurre nella parola del Maestro, formarli alla sua scuola. Gli apostoli non sono autonomi nell’insegnamento, devono dire tutto ciò che il Signore ha loro comandato.
La parola deve essere trasmessa così come essa è stata loro consegnata. Sta in questa fedeltà la salvezza e la redenzione del mondo.
Colui che viene alla fede deve poi osservare tutto quanto gli viene comunicato. Nell’osservanza dei comandamenti è la vita eterna.
La fedeltà è duplice: di colui che insegna e di colui che osserva; c’è tuttavia una dipendenza di origine e di principio: colui che osserva non potrà essere fedele se non nella fedeltà di colui che insegna.
E’ questa una gravissima responsabilità per coloro che devono ammaestrare ed insegnare; senza la loro fedeltà tutto il mondo diviene infedele, non può vivere, pur volendolo, nella fedeltà.

• Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Gesù promette ai suoi di non abbandonarli, di non lasciarli soli. Egli è con loro.
Insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato (M. Costantino di Bruno)
Dire e fare, annunziare ed operare, proclamare e vivere devono essere per i missionari del Vangelo una cosa sola. Vi è una grande differenza tra Gesù e Mosè. Mosè sale sul monte, riceve la Legge dal Signore. Scende dal monte, legge le Dieci Parole che il Signore aveva scritto sulle tavole di pietra, stipula l'alleanza sul sangue dei giovenchi, al popolo non resta che obbedire a quanto ascoltato, secondo l'impegno preso. Forte dell'alleanza stipulata con il suo Dio, il popolo riprende il cammino verso la Terra Promessa. Mosè è solo mediatore quanto al dono della Legge. Non è mediatore quanto alle modalità di vivere la Legge. Lui non è il modello da seguire. Lui cammina con il popolo, vive la fragilità del popolo, sente la fatica dell'obbedienza. Addirittura manca di fede e per questo non entra nella Terra Promessa. La contempla da lontano.
Infinitamente oltre si spinge Gesù. Lui sale sul monte. Ha il posto di Dio. Dal suo cuore trae la Nuova Legge. La dona tutta ai suoi discepoli, senza alcuna scrittura, né su tavole di pietra, né su pergamene, né su papiro, su tavolette di cera. La Legge viene scritta giorno per giorno, in una verità sempre attuale dallo Spirito Santo nel cuore di ogni suo discepolo. Poi Gesù scende dal monte. Si pone alla testa dei suoi discepoli e mostra loro come ogni parola da essi ascoltata deve essere vissuta. La sua esemplarità è perfetta. Mai cade dalla fede, mai dalla verità, mai dalla speranza, mai dalla carità. Questo insegnamento riceve la sua laurea sul monte Calvario. È qui che Lui, portando il pesante legno della croce, viene crocifisso e dalla croce dona il più alto insegnamento nella carità, nella verità, nella speranza, in ogni sapienza nello Spirito Santo. La sua esemplarità è perfetta. Lui è il vero Maestro. Ora ogni suo discepolo sa come si vive la sua Legge. Il Maestro tutto gli ha mostrato. Né un gesto, né una parola, né un comportamento, né un atteggiamento mai furono contrari alla Nuova Legge.
Oggi Gesù manda i suoi discepoli in tutto il mondo. Essi devono imitarlo nella sua mediazione: devono trarre la Nuova Legge dal loro cuore, mai dai loro libri, mai dalle loro pergamene, mai dai loro rotoli, mai dalle loro biblioteche. Rotolo, libro, pergamena, biblioteca dovrà essere il loro cuore, nel quale abita lo Spirito Santo, il Divino Scrittore, che giorno per giorno, attimo per attimo, scrive la Legge da insegnare e da vivere. Questa prima mediazione è vitale. Essa è il fondamento senza il quale la casa del Vangelo va in rovina. Ma anche la seconda mediazione è di vitale necessità. È la mediazione dell'esemplarità. Essi devono mostrare come deve essere vissuta ogni parola da essi proferita. Senza questa mediazione, non c'è missione evangelica. Manca della sua vera essenza. Gli Apostoli e i missionari del Vangelo devono essere maestri per perfetta esemplarità, mediatori di vera vita evangelica.
Mediazione di parola e mediazione di esemplarità devono essere una sola mediazione. L'una deve dare forza all'altra. L'una deve attingere energia vitale dall'altra. Quando una viene meno, anche l'altra muore. Essi vivono per simbiosi. L'una trae vita dall'altra. O vivono tutte e due, o tutte e due sono morte. Nessuno si faccia illusione. Non è dato che sia possibile annunziare il Vangelo con una sola mediazione. Gesù è il modello perfetto di ogni suo missionario. A lui deve sempre guardare chi vuole annunciare la Parola della salvezza, della redenzione, della vita. La Legge va tratta dal proprio cuore, nel quale vive lo Spirito Santo. La Legge va insegnata, mostrandone tutte le possibili applicazioni pratiche attraverso la nostra vita. Se ignoriamo queste due mediazioni, o verità essenziali, annunciamo vanamente il Vangelo. Questo annuncio non produce alcun frutto di vera salvezza. È un corso di una vana filosofia, anche se nobile e perfetta. È una verità fuori del missionario e di conseguenza fuori della storia.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri mediatori di Gesù.
Spunti di riflessione :

- Qual è l'atteggiamento dei discepoli? Qual' è il contenuto delle parole di Gesù ai discepoli?
- In cosa consiste "ogni potere in cielo e in terra" che è stato dato a Gesù?
- Cosa significa "diventare discepola-discepolo" di Gesù?
- In questo contesto, qual' è il significato del battesimo "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo?"
- I discepoli sono confermati nella loro fede dal Risorto. Eppure la loro fede deve ancora crescere. Come affronto il dubbio nel cammino di fede? Mi chiudo nell’esitazione o mi apro ad un maggior incontro con Cristo Risorto?
- Ascolto anche io la Parola per salire sul monte, così come ha indicato Gesù?
- Come accolgo la presenza di Dio nella mia vita?
- Vivo una chiara scelta di testimonianza, per essere missionario della potenza salvifica di Dio?
- Come vivo la presenza di Gesù tutti i giorni? Come vivo l’amore tramandatomi da Gesù?
- Sento in me uno spirito da figlio adottivo del Padre che mi induca ad esercitare la mia libertà nei rapporti con gli altri ed in particolare con coloro che non credono?