XX DOMENICA TEMPO ORDINARIO (A)
Is 56, 1.6 – 7 ; Salmo 66 (67); Rm 11, 13 – 15.29 – 32
MT 15, 21 – 28
TEMA : Umiltà – Fede
• In quel tempo, partito di là, Gesù si ritrovò verso la zona di Tiro e Sidone.
Gesù esce dal territorio e dal popolo dei figli di Israele. Si trova in terra pagana. Anche Elia visse in queste regioni straniere.
• Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: “Pietà di me, Signore figlio di Davide. Mia figlia è molto tormentata da un demonio”.
La donna riconosce in Gesù quello che la fama aveva portato in quel territorio. Riconosce in Lui il Messia di Dio con potenza taumaturgica. Egli può guarire e liberare.
• Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Quando Gesù vuole provare la fede, la prova realmente, in tutta la sua intensità. Egli non si cura della donna; la ignora completamente. Dovremmo riflettere sulla prova della fede! Certe prove sono come il crogiolo; dal nostro cuore e dal nostro spirito deve essere espulso tutto ciò che in qualche modo potrebbe essere sfiducia, smarrimento, delusione, non perseveranza.
• Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: “Esaudiscila, perchè ci viene dietro gridando”.
Sovente i discepoli non comprendono l’agire di Gesù. Per loro è importante che la donna non gridi più. Il resto non conta. Questo deve insegnarci come anche noi, nelle nostre molteplici preghiere di intercessione, potremmo cadere in un errore simile. Potremmo intercedere solo per non sentire il fastidio di una presenza, di un grido disperato, di una invocazione persistente.
• Ma egli rispose: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele”.
Ma Gesù non pensa mai alla maniera umana. Quando lui decide e vuole che la fede sia provata, è provata fino in fondo. La fede è fede quando ha superato tutte le prove; una prova ancora da superare e non possiamo parlare di fede completa, integra, piena, confidente, fiduciosa nonostante tutto. La missione di Gesù è per la predicazione del Vangelo ai figli di Israele. Al mondo intero avrebbero dovuto pensare un giorno i suoi discepoli
• Ma quella si avvicinò e si prostrò dinnanzi a lui, dicendo: “Signore, aiutami!”.
Ma la donna non si perde d’animo neanche dinanzi al fallimento dell’intercessione, fatta più per motivi egoistici, che non per sincera e profonda carità. Essa continua la sua richiesta d’aiuto; ne ha veramente bisogno; vuole la grazia.
• Ed egli rispose: “Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini”.
Questa volta Gesù le risponde; ora spetta alla donna non fermarsi nel dialogo; se si ferma, la sua non fede ha vinto; se risponde con saggezza e secondo verità, la sua fede ha trionfato. Nella Bibbia dinanzi ad una frase del Signore che sembra voler agire differentemente, è stato sempre il cuore fedele ad avere la vittoria. Bisogna che il cuore trovi le ragioni dinanzi a Dio per un suo intervento in nostro favore. Trovare le motivazioni è proprio della fede; Dio è somma sapienza e non può agire se con sapienza, mai contro la sapienza. La donna si rivela saggia nella risposta. A questa saggezza bisogna educare, formare. La fede è vera quando affonda le sue radici non nel sentimento, ma nell’intelligenza, nella volontà, nella coscienza, nel cuore, nella mente, nello spirito, nell’anima. La fede è opera di tutto l’uomo; mai di una sola parte di esso.
• “E’ vero, Signore, disse la donna, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Il pane non si toglie ai figli; ma neanche le briciole si tolgono ai cagnolini; da ogni mensa cadono briciole; da ogni missione, anche se da osservare rigorosamente, possono e di fatto cadono, devono cadere delle briciole per gli altri. Non è contro la Tua missione compiere il miracolo; fa parte di essa; è un fatto naturale, come è naturale che cadano delle briciole ed è umano che siano lasciate ai cagnolini. La risposta della donna deve farci riflettere anche sulle modalità della missione. Alla rigidità bisogna che si aggiunga quella flessibilità naturale per un più grande giovamento a tutta l’umanità.
• Allora Gesù le replicò: “Donna, davvero grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”.
La donna viene confermata nella sua fede saggia ed intelligente, forte e persistente. Così deve essere la fede vera, autentica, capace di compiere miracoli.
• E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Il miracolo si compie; per la fede di una donna un altro essere umano ne ricava un gran beneficio. Il frutto della fede è sempre estensibile ad ogni uomo.
Avvenga per te come desideri (M. Costantino di Bruno)
Nel Vangelo vi è una filigrana quasi invisibile, presente in quasi tutti i miracoli di Gesù. Cristo Signore è pronto ad esaudire ogni desiderio dell'uomo - sempre che non sia immorale e non conforme con la Legge eterna del suo regno - a condizione che il richiedente creda con viva fede e profonda convinzione che nulla è impossibile a Cristo Gesù. Quando queste due condizioni vengono poste, ogni miracolo è operato e ogni grazia accordata. Le conseguenze dell'agire di Gesù sono per noi pesante, anzi pesantissima responsabilità. Questo significa che tutto è dal nostro cuore. Il nostro cuore può modificare, trasformare, cambiare la storia del mondo o lasciarla così come essa è, consumata dall'egoismo, dall'idolatria, dall'immoralità, da ogni disordine spirituale, dalle infinite guerre di falsità e ignoranza. Tutti i grandi santi hanno creduto che il Signore tutto avrebbe concesso alla loro fede e profonda convinzione e hanno trasformato la storia. Per San Paolo tutto è dalla fede che lo anima e lo spinge.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l'inno di ringraziamento, per la gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne (2Cor 4,13-18).
Questa Donna Cananea sa che la storia della figlia tormentata da un demonio è nella sua fede. La fede dipende dalla sua insistenza, dal suo grido accorato. Più lei griderà, più Gesù sarà obbligato a darle ascolto. Lei ha deciso: griderà dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina dietro Cristo Gesù, finché non avrà ottenuto la grazia della guarigione o della liberazione. Alla fede unisce il forte convincimento al forte convincimento il grido di pietà. Potrà Gesù negarle la grazia? Essendo state poste le condizioni, mai lo potrà. La grazia va accordata e subito. Gesù però prima di farle il miracolo la sottopone ad una ulteriore prova. Saggia il suo cuore e la reazione della sua mitezza e del suo amore. Trovatala saggia e amorevole, si arrende.
I desideri sono molti e anche buoni. Manca spesso la fede. Neanche ci si rivolge a Cristo Signore perché li esaudisca. Anche se lo si chiede, quasi sempre manca l'insistenza, perché manca il fermo convincimento che la storia è posta da Lui nelle nostre mani. Dinanzi ad un cuore che prega secondo le regole evangeliche nulla mai sarà negato e la storia prenderà un nuovo volto a motivo di una realtà invisibile che è nel cuore dell'uomo. L'uomo spesso si pavoneggia per le forze materiali che può mettere in mostra. Eppure tutte queste forze sono effimere. Mai hanno risolto un solo problema della storia. Ne hanno creati infiniti, ma risolto nessuno. La forza dell'uomo di Dio è invece invisibile. Può raggiungere qualsiasi luogo. Può modificare qualsiasi storia. Le condizioni sono piccole, semplici: fede, profonda convinzione, insistenza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di fede vera, pura, santa.
Spunti di riflessione :
- La parola inquietante di Dio ti invita a spezzare le tue chiusure e i tuoi piccoli schemi. Sei capace di accogliere tutti i fratelli che si accostano a te?
- Sei consapevole della tua povertà per essere capace come la cananea di affidarti alla parola salvifica di Gesù?
- Come metto in pratica la volontà del Padre?
- L’insegnamento di Gesù, cosa ci comunica?
- Sarò in grado di superare l'esame della fiducia e dell'umiltà? Si è trasformato davvero qualcosa dentro di me o tutto è rimasto come prima? Proverò ad abbandonarmi fiducioso nelle mani di Gesù?