XXX DOMENICA TEMPO ORDINARIO (A)

XXX DOMENICA TEMPO ORDINARIO (A)
Es 22,20 – 26 ; Salmo 17 (18); 1 Ts 1,5c – 10
MT 22,34 – 40
TEMA : Amore
• In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”.
Il male è coalizzato; quando un cuore malvagio è sconfitto, un altro ne prende il posto, e va a provocare il Signore, a metterlo alla prova. Prima o poi certamente cadrà: è questa la speranza del male. Anche questa domanda non è per nulla semplice. Al tempo di Gesù nella casistica farisaica vigeva una moltitudine di comandamenti ed ogni scuola aveva le sue teorie e le sue dottrine. Gesù non può entrare in un gioco di scuola; egli è superiore ad ogni scuola e ad ogni interpretazione della Scrittura. Con questa risposta Gesù indica una norma perenne: il prima è della Scrittura ed è sempre ad essa che bisogna rifarsi per avere la risposta secondo la fede. Ogni scuola, ogni interpretazione, ogni riflessione è buona se è riconducibile alla Scrittura, la quale deve essere per tutti unica fonte di verità (unitamente alla Tradizione e al Magistero nella Chiesa). Tutto il resto è via per la comprensione della Scrittura e tale deve rimanere in eterno. Ogni corrente di pensiero, di spiritualità, ogni forma concreta di amare deve essere sempre e comunque riconducibile alla Scrittura, per noi al Vangelo, il quale rimane l’unica norma e l’unica luce che illumina pensieri e spiritualità, che detta le norme per la corretta incarnazione nel tempo della Parola del Signore. Chi osserva questa legge non vacillerà in eterno; saprà che lui è fonte derivata del Vangelo e che dovrà sempre e comunque ritornare al Vangelo per inverarsi e per rinnovarsi. Chi si separa dal Vangelo si esaurisce, appassisce, secca, viene bruciato nella Geenna.

• Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
E’ la legge che lo grida. Non sono le scuole, né le correnti, né le diverse interpretazioni, né tanto meno questa o quell’altra associazione nella Chiesa.

• Questo è il grande e il primo comandamento.
E’ il più grande e il primo, perché Dio è il più grande e il primo. Fuori di Dio non c’è amore; neanche senza di lui c’è amore; l’amore è da lui e per lui; in lui poi è dato ad ogni essere vivente.

• Il secondo è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso.
Anche questo comandamento è gridato dalla legge. Contro la legge nessuno può gridare un altro amore più importante.

• Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.
Tutta la legge e i profeti sono la rivelazione e la comprensione di questi due comandamenti, sono anche l’esplicazione di come viverli correttamente, fattivamente, operativamente. E’ una dipendenza intellettiva ed operativa, affettiva, razionale, intuitiva, effettiva, esplicativa, completiva, esaustiva.

Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti (M. Costantino di Bruno)

Dio si ama "con tutto il tuo cuore": il cuore dice legame, affetto, unione di vita, comunione profonda, amicizia, ogni altra relazione sia di bene che di male, giusta ed ingiusta, sacra e profana. Dio chiede ai suoi fedeli un cuore indiviso. Ciò significa che in esso non vi deve regnare nessun altro amore, né per le cose e né per le persone. Il nostro cuore Dio lo vuole tutto per sé. Lo vuole vergine, puro, casto, immacolato, incontaminato. Non vuole condividerlo né con gli idoli e né con il peccato, né con le cose e né con le persone. Deve essere tutto suo, sempre, in ogni momento. Di un cuore diviso non sa che farsene. Questo vuol dire una cosa sola: ogni altro amore è possibile solo se è inserito in questo amore totale per il Signore. È sempre dall'amore di Dio e per Lui che possiamo amare i fratelli.
Si ama "con tutta la tua anima": L'anima dice spiritualità, non materialità, trascendenza, elevazione, soprannaturalità. L'anima è la vita, il respiro che permette al corpo di muoversi ed operare. Se l'anima è data tutta a Dio, alla sua Parola, volontà, comandamenti, legge, statuti e decreti, tutto il corpo sarà orientato a Dio, si immergerà in Lui, da Lui sarà protetto e custodito nel più grande bene. Se invece la nostra anima è data al diavolo, alle persone, alle cose di questo mondo, questa consegna produce infiniti guai al nostro corpo e per mezzo di esso all'intera società. Oggi l'anima di molti cristiani non è del Signore. È del diavolo, del male, della trasgressione. È stata consegnata semplicemente al peccato. Altri hanno ce l'hanno divisa, un poco per il Signore e un altro poco per il diavolo e i suoi angeli. Ogni divisione ci allontana dal Signore, perché il nostro Dio non ama condividere l'anima con nessuno. Essa deve essere tutta sua e per questo né male e né vizi devono entrare in essa.
Si ama "con tutta la tua mente": La mente dice pensiero, riflessione, meditazione, luce. La nostra mente deve essere sempre finalizzata alla ricerca del meglio, dell'ottimo dell'obbedienza ad ogni sua Parola. Dio vuole essere pensato, cercato, meditato, compreso, accolto, obbedito nel modo migliore possibile e questa ricerca è il frutto di una mente che deve essere tutta del Signore, della verità, giustizia, pace, misericordia, compassione. La nostra mente deve impegnarsi perennemente nel bene più grande da scoprire, vivere, realizzare per sé e per gli altri. Neanche una mente divisa tra la ricerca di Dio e le cose del mondo piace al Signore. Dio la vuole tutta per sé.
Il prossimo si ama "come te stesso": Questo comandamento così è stato spiegato e sintetizzato da Cristo Gesù: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti " (Mt 7,12). Ognuno di noi sa cosa è bene e cosa è male per sé. Secondo questa scienza dobbiamo noi amare il nostro prossimo. Non nella forma negativa: "Ciò che tu non vuoi sia fatto a te, non lo fare agli altri". Questo è amore pagano. Il cristiano non è per il non fare. È invece per il fare. Come lui sa interpretare le esigenze per la sua vita così dovrà anche interpretarle per i suoi fratelli, senza alcuna differenza. Il "come" dice uguaglianza assoluta, senza disparità. Ciò che vedo e voglio per me, lo deve vedere e volere anche per il prossimo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, dateci un cuore vergine casto.

Spunti di riflessione :
- Come vivo, concretamente, l’amare il prossimo? Chi è il mio prossimo? Escludo qualcuno dal mio amare, il mio nemico, il mio straniero? Come vivo il dovere verso il mio paese, e la promessa di aiutare gli altri in tutte le circostanze?
- Vivo ambedue gli aspetti del comando d’amare: Dio e il prossimo? Riduco l’amore verso Dio solo alla preghiera, ai rituali, senza riferimento al prossimo? Riduco l’amore verso il prossimo senza riferimento a Dio?
- Do tutto me stesso cuore, anima, mente, forze nell’amare, o mi contento di vivere solo parzialmente? Con mediocrità?
- Quale chiave di lettura uso per leggere, vivere ed applicare i comandi di Dio e i precetti della Chiesa?
- Il comandamento di amare è per me la bussola che mi aiuta a trovare la retta via?
- Mi capita mai di voler mettere alla prova qualcuno con l'inganno?
- Quale è per me il più grande comandamento del Signore, qual è il nocciolo del vangelo? Volersi bene ? Giusto. Ma è tutto?
- La ricerca del cuore della Legge appassionava gli uomini religiosi al tempo di Gesù. Oggi, appassiona anche me?
- Leggo la Parola di Dio per un tornaconto personale, oppure mi lascio plasmare da Essa?
- Amare i fratelli in Dio e Dio nei fratelli non è facile. Quali sono gli scogli che trovo nella mia esperienza personale?