PENTECOSTE (B)
At 2,1 – 11 ; Dal Salmo 103 (104); Gal 5,16 – 25 ;
GV 15, 26 – 27; 16,12 – 15 ;
TEMA: Identificazione – Missione
• In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me;
Gesù dice qui espressamente che verrà il Consolatore, verrà perché lui lo manderà dal Padre. Il Consolatore è detto anche Spirito di verità e che procede dal Padre. È Consolatore, è Spirito di Verità, procede dal Padre, viene per rendere testimonianza a Gesù. Consolatore, o Avvocato, o Paraclito è colui che è posto a fianco per aiutare, sorreggere, confortare, guidare, sostenere, illuminare. Spirito di verità, perché la sua essenza è la verità, la verità dell’essenza divina è la sua carità. Lo Spirito viene perché noi possiamo entrare nella divina verità e qual è la prima divina verità se non quella che il Figlio è dal Padre per generazione e che è stato mandato da lui sulla terra per manifestare agli uomini l’essenza stessa di Dio? Questa verità sarà testimoniata dallo Spirito che procede dal Padre. La processione è l’essenza della Persona dello Spirito Santo. Egli è dal Padre e dal Figlio, è dal Padre per il Figlio, attraverso di lui, ma se è dal Padre e dal Figlio, se procede dal loro Amore e dalla loro eterna comunione di vita ed è questo amore e questa eterna comunione di vita, egli è la stessa verità di Dio, la sua stessa essenza comunionale, in quanto Persona. Se è Consolatore, se è Spirito di Verità, se procede dal Padre, egli è l’unico che è abilitato a rendere testimonianza a Gesù, a dire esattamente chi egli è, per cosa è venuto sulla terra, chi l’ha mandato e se nella sua missione e nelle sue opere e parole ha fatto tutto esattamente come il Padre gli aveva comandato e gli comandava di volta in volta. Conoscendo egli la verità visibile, storica di Gesù, e la verità invisibile, metastorica di Gesù, eterna, egli è l’unico che può dire esattamente se Gesù è rimasto dalla parte della verità, ma ancor prima se Gesù era dalla parte della verità, era la verità stessa di Dio.
• e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Ma anche i discepoli devono rendere testimonianza alla verità di Gesù; loro però non conoscono la sua verità eterna, conoscono però la sua verità storica, conoscono quanto egli ha fatto, le parole che egli ha dette, conoscono la sua vita pubblica e privata e quindi possono attestare dinanzi al mondo la sua verità, la verità della sua storia, che rimanda ad una verità metastorica, oltre il tempo e le persone, perché rimanda direttamente a Dio. Loro possono essere testimoni precisi, attenti, esatti, perché hanno seguito Gesù fin dal primo giorno della sua vita pubblica; essi conoscono tutto, interamente tutto di Gesù. Questa regola vale anche per i discepoli futuri, per coloro che devono rendere testimonianza a Gesù dinanzi al mondo. Se Gesù non è conosciuto da loro, se loro non hanno familiarità con Gesù, se da Gesù sono essi distanti, come possono loro rendere testimonianza ad uno che non conoscono? Questo richiede studio, meditazione, frequenza spirituale di Gesù, preghiera, contemplazione, silenzio, confronto, ma anche santità di vita, invocazione allo Spirito perché discenda nel cuore e vi porti Gesù, perché il cuore lo ami ed amandolo lo comprenda e comprendendo lo testimoni, lo annunzi come il vero inviato dal Padre, come colui che solo ha parola di vita eterna, come il salvatore ed il redentore del mondo. C’è pertanto una frequentazione di Gesù che anche per i discepoli futuri deve essere fin dal principio, cioè completa esaustiva, piena. Senza questa conoscenza non si può rendere testimonianza e senza testimonianza Gesù non si conoscerà mai in questo mondo. Ma la prima testimonianza è il cambiamento della nostra vita, è quella risurrezione operata in noi dallo Spirito di Gesù mandato dopo la sua risurrezione. Chi vuole rendere testimonianza a Gesù deve presentarsi da risorto assieme a lui. Occorre che egli sia con Gesù dal principio alla fine, dal battesimo alla risurrezione, passando per la conoscenza della completezza della Parola e per la conoscenza della potenza delle opere che lui ha fatto e fa per attestare che il Padre lo ha mandato come Redentore, Salvatore e Signore di ogni uomo.
• Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Gesù ancora non ha rivelato tutto il suo cuore ai suoi discepoli, non perché non abbia voluto, ma perché i discepoli non sono capaci di portarne il peso. La loro umanità è ancora fragile, piccola, non si è irrobustita con il contatto con Gesù; è rimasta quasi come all’inizio. Dare ulteriori confidenze di verità e di rivelazione potrebbe schiacciarli. Gesù lo dice loro apertamente; rivela loro il loro stato attuale di crescita e di maturazione nella fede; sono ancora assai piccoli. Non possono sopportare tutto il peso della verità di Gesù. Questa pedagogia di Gesù deve essere per tutti noi norma di sana pastorale, regola di vita quando si annunzia ai fratelli la parola della salvezza. Se Gesù si limita nell’annunzio di alcune verità, mentre altre le tralascia, perché i discepoli sono ancora piccoli, bambini, quindi assai fragili quanto a costituzione spirituale, a maggior ragione dobbiamo essere noi tanto prudenti da saper in ogni momento se colui che cammina assieme a noi è capace di sopportare il peso di una verità, di una confidenza, di una rivelazione, o di un ammaestramento. C’è una gradualità che bisogna sempre rispettare, altrimenti l’altro si stanca, gli vengono meno le forze, vede tutto il bene da compiere, ma anche che il punto di partenza è assai lontano dal bene e si potrebbe scoraggiare. Invece se si lavora con prudenza, alla maniera di Gesù, se giorno dopo giorno, si indica il sentiero da seguire e lo si indica per quel poco che bisogna percorrere oggi, allora l’altro a poco a poco cresce e si irrobustisce e crescendo ed irrobustendosi, diventa adulto, forte, capace di sopportare tutto il peso di una verità, tutto il peso di una confidenza. Su questa metodologia non si dovrebbe mai sbagliare, altrimenti il rischio di perdere le anime anziché guadagnarle a Gesù è assai possibile, anzi è possibilissimo. Dobbiamo sempre ricordarci che le anime non sono nostre, sono del Padre dei cieli, e lui ha un programma di vita per ciascuna di esse; conoscerlo per insegnarlo, chiedere al Padre che ci aiuti a scoprirlo per aiutare la persona a metterlo in atto gradualmente, secondo il piano stabilito da Dio e la sua eterna saggezza, è obbligo morale per ogni annunciatore del Vangelo, ma soprattutto per ogni guida delle anime.
• Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
Gesù non ha lasciato i discepoli orfani, privi cioè della sua presenza. Anche se lui se ne va, ha già stabilito di inviare lo Spirito di verità ed è sua opera guidare i discepoli verso la verità tutta intera. La verità è quella di Gesù, la verità è Gesù. Lo Spirito Santo di Dio che conosce Gesù in quanto persona divina, ma anche perché si è posato sulla sua carne e l’ha condotta e guidata, mossa attraverso la sua forza divina, sa le cose di Gesù, perché sono le cose del Padre e lo Spirito è la comunione tra il Padre e il Figlio, ed è anche la comunione tra il Figlio e i suoi discepoli, quindi può guidarli verso la verità tutta intera, perché la conosce. La verità verso la quale lo Spirito guida e conduce non è altra verità fuori di Gesù; non è una sua propria verità, perché se così fosse non sarebbe più la verità di Gesù, sarebbe un’altra verità, avremmo due verità. Una dello Spirito e una del Cristo e quindi con due verità i discepoli sarebbero caduti nella confusione veritativa prima e nell’errore dopo. Invece la verità è di Gesù, è sua, lo Spirito attinge da questa verità e la comunica ai credenti e poiché attinge da Gesù, tutto quanto Gesù non ha potuto dire perché i discepoli erano incapaci di portarne il peso, lo Spirito lo suggerirà ai suoi apostoli nel momento in cui essi sono capaci di portarne il peso, quando sono sufficientemente cresciuti nella fede, nella speranza, nell’amore. Una osservazione di ordine storico-pastorale si impone. Se Gesù afferma che per ora i discepoli non sono capaci di portare il peso di tutte quelle cose che egli avrebbe da dire e da rivelare, se lascia questo ministero allo Spirito, il quale ha la missione di condurre i discepoli di Gesù verso la verità tutta intera, se la verità è una ed è quella di Gesù, dobbiamo chiederci: i discepoli attuali del Signore conosciamo tutta la verità su Gesù, conosciamo tutta la verità di Gesù? Questo pone un problema di completezza della rivelazione. La rivelazione è compiuta in quanto a conoscenza della verità della salvezza ed in quanto agli autori della salvezza; è chiusa, perché tutto quanto si sarebbe dovuto dire sulla salvezza dell’intera umanità Gesù lo ha rivelato ai suoi discepoli attraverso il suo santo vangelo. Ma non così è per la conoscenza del mistero di Gesù e del mistero dell’uomo, del mistero della Chiesa, della sua presenza nel mondo. Possiamo affermare che possediamo la conoscenza perfetta di questo mistero? Assolutamente no. Il mistero di Gesù è talmente profondo, talmente alto, talmente largo che diviene impossibile ad una creatura poterlo scrutare e scandagliare. L’opera della conoscenza del mistero di Gesù e del mistero dell’uomo è possibile grazie all’azione perenne dello Spirito Santo, il quale ha il mandato di Gesù di introdurre i suoi discepoli nella verità tutta intera, nella conoscenza delle cose future. Ma quali sono queste cose future se non la perfetta conoscenza del mistero di Gesù e dell’uomo? Lo Spirito deve dare all’uomo la perfetta conoscenza del suo mistero nel mistero di Gesù e questo sino alla consumazione dei secoli, perché tutto quello che sappiamo del nostro mistero nel mistero di Gesù è assai poco, ma anche tutto quello che sappiamo, lo sappiamo oggi, ma domani il mistero si preciserà, si definirà nei suoi tratti e lineamenti con più precisione, e l’uomo lo potrà conoscere sempre più nella sua interezza. Questo deve voler significare per tutti noi che c’è un’opera perenne di conoscenza del mistero di Gesù e che quanto è stato detto di lui è solamente un piccolissimo inizio, un niente per rapporto a quanto lo Spirito ci dirà di lui domani, nel suo domani storico che è l’oggi poi della storia, nel quale solamente è possibile conoscere Gesù e parlare di lui, poiché quanto ieri è stato detto è oggi già insufficiente, carente, per poter comprendere e vivere secondo pienezza di grazia e di verità nel mistero di Gesù Signore. È la comprensione del mistero dell’uomo nel mistero di morte e di risurrezione di Gesù la cosa futura che lo Spirito dovrà rivelarci, perché è in questo mistero che tutto si compie, tutto si comprende, tutto si vive oggi e per l’eternità beata. Chi comprende questo mistero e lo comprende nella sua interezza, comprende se stesso, comprende il mondo, comprende la storia e la orienta a Dio.
• Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Gesù è glorificato dallo Spirito, perché lo Spirito riconoscerà che Gesù è la verità dell’uomo, essendo la verità di Dio; è la vita dell’uomo essendo la vita del Padre. Lo glorificherà perché attesterà, prendendo da Gesù e annunziandolo ai discepoli, che tutto quanto Gesù ha detto, fatto ed insegnato corrispondeva alla più grande ed assoluta verità. Lo glorificherà perché dichiarerà falso e menzognero il giudizio del mondo su di lui. Così facendo gli ridarà quella gloria che egli aveva da sempre in quanto verità di Dio e dell’uomo, vita di Dio e dell’uomo, ma che il mondo gli aveva negato e per questo lo aveva condannato alla morte di croce. Lo glorificherà nel corso del tempo e della storia, perché attesterà in ogni sbandamento e crisi di identità dell’uomo, che solo Gesù è la sua verità, solo lui l’identità dell’uomo. Se l’uomo vuole sapere chi è e come rifarsi o ricostituirsi, dovrà farlo guardando solo a Gesù; ma il mondo non vedrà più fisicamente Gesù, lo potrà vedere solo spiritualmente, con gli occhi della mente, perché sarà il Consolatore a prendere Gesù, o qualcosa di Gesù ed offrirlo all’uomo perché si faccia e si lasci fare ad immagine della verità di Gesù che lo Spirito ha posto dinanzi agli occhi della mente dell’uomo.
• Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà dal mio e ve lo annuncerà.
Viene qui ristabilita la relazione tra il Padre e il Figlio. Il Figlio è la vita e la verità del Padre; essendo tutto questo, egli è anche tutto del Padre: verità, misericordia, grazia, saggezza, sapienza infinita ed eterna, vita. Quanto lo Spirito darà agli uomini, lo darà perché egli lo attinge in Dio Padre, che è il principio di ogni verità e di ogni vita. Egli dona la vita e la verità, perché l’uomo entri in possesso della vita e della verità, che egli non possiede.. Se tutto quanto è del Padre non fosse anche del Figlio, avremmo una differenza tra Gesù e il Padre e tra Gesù e lo Spirito. Gesù ha detto e fatto tutto secondo la volontà del Padre; lo Spirito avrebbe dato agli uomini ciò che è di Dio Padre e quindi avremmo due canali di vita per l’uomo, il canale dello Spirito ed il canale di Gesù e quindi avremmo due vie per poter accedere al Padre, la via di Gesù e la via dello Spirito. Nulla di tutto questo. La via e il canale di salvezza è uno solo, Cristo Gesù, il Padre ha messo tutto nelle sue mani, gli ha dato ogni cosa, poiché tutto ciò che è del Padre, è di Gesù, grazie alla sua passione, morte, risurrezione e ascensione gloriosa al cielo. Anche lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù, come il Padre è il Padre di Gesù. Poiché il Padre ha dato tutto se stesso al Figlio, Gesù è il solo autore della salvezza. Ciò che lo Spirito dona agli uomini, è di Gesù, non è dello Spirito, è del Padre, ma il Padre ne ha fatto dono al suo Figlio diletto. Questa è la ragione per cui non vi è che un solo mediatore tra Dio e l’uomo e questo mediatore è Gesù di Nazaret. Lo Spirito attualizza presso i credenti l’unica mediazione di Cristo Gesù e la rende viva, fruttuosa, attuale, contemporanea ad ogni uomo. Questa la straordinaria opera dello Spirito nella storia dei discepoli, nella storia della salvezza.
Prenderà da quel che è mio (M. Costantino di Bruno)
Lo Spirito Santo è la Comunione Eterna tra il Padre e il Figlio. Egli prende tutto ciò che è del Padre e lo dona al Figlio. Prende tutto ciò che è del Figlio e lo dona al Padre. Sappiamo per rivelazione che tutto ciò che è del Padre e tutto il Padre dallo Spirito Santo è stato dato a Cristo. Cristo è stato costituito mediatore unico tra il Padre e l'intero universo. Lui è mediatore unico nella creazione, nella redenzione, nella salvezza, nella grazia, nella verità, nel dono della vita eterna.
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25-30).
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Cfr. Gv 1,1-18).
Non vi è nell'universo alcuna comunione se non nello Spirito Santo. Per Lui, tutto il Padre si è dato al Figlio. Per Lui tutto il Figlio si dona al Padre. Ora il Padre ha stabilito che tutto Cristo, nel quale è tutto Lui, sia dato ad ogni uomo. Questo dono può compiersi solo nella comunione dello Spirito Santo. Il Padre in Gesù e per Lui dona lo Spirito Santo ai discepoli. Lo Spirito Santo crea la comunione tra Cristo e i discepoli. Prende Cristo e lo pone nel cuore dei discepoli, perché Lui viva tutto in essi, allo stesso modo che tutto il Padre vive in Cristo. Tutto si compie nella comunione dello Spirito.
È giusto allora che ci chiediamo: se lo Spirito Santo ci dona tutto Cristo, allo stesso modo che a Cristo ha dato tutto il Padre, perché noi non siamo vita di Cristo sulla terra? Sappiamo che Gesù cresceva in sapienza e grazia. Se noi non cresciamo in obbedienza alla Parola di Gesù, siamo sempre “piccoli contenitori”. Quanta luce, verità, vita, volontà di Cristo Signore potrà lui versare in noi, se noi siamo addirittura contenitori pieni di fori a causa dei nostri vizi e peccati? Anche se lo Spirito Santo versasse nei nostri cuori tutto Cristo Gesù con ogni potenza di grazia e di verità, resterebbe in noi solo un attimo. Se vogliamo che lo Spirito Santo aumenti il dono di Cristo, dobbiamo iniziare con una vera lotta per l'estirpazione di ogni disobbedienza e vizio. Per ogni vizio che si toglie dalla mente, dal cuore, del corpo aumentano le nostre capacità di contenere Cristo Signore. Gesù conteneva tutto il Padre perché santissimo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci crescere in ogni virtù.
Spunti di riflessione:
- Chi è questo Spirito di verità che inabita il credente? Come si fa esperienza della sua presenza? In che cosa consiste il suo agire nella comunità?
- In cosa consiste la nuova capacità della comunità cristiana? E quali sono le “molte cose” che la comunità sarebbe in grado di comprendere?
- Siamo consapevoli che Gesù non è soltanto un esempio del passato, ma anche e soprattutto il salvatore presente?
- Lasciamo che la nostra vita sia trasformata dall’azione dello Spirito Santo per vivere meglio la vita trinitaria?
- Siamo attenti alla voce dello Spirito di verità che ci comunica tutta la verità totale di Gesù?
- Il mistero della Trinità è presente nelle affermazioni di Gesù, non come una verità teorica, ma come espressione del cristiano con la missione di Gesù. Come vivo nella mia vita questo mistero centrale della nostra fede?
- Come vivo l’azione dello Spirito nella mia vita?