III Domenica di Avvento anno C


Scuola di Vita
III Domenica di Avvento (C)
Sof 3,14 – 18 ; Salmo Is 12,2-6; Fil 4,4 – 7
LC 3,10 – 18
TEMA: Cambiamento – Condivisione
• In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?».
Non c’è vera ed autentica conversione che non si trasformi in opera santa, che è l’attualizzazione della Parola ascoltata in ogni sua parte e nella sua interezza. Ancora non abbiamo imparato che l’opera cristiana è l’attualizzazione della Parola di Gesù. Noi non dobbiamo inventarci le opere da fare; perché se ci inventiamo le opere, significa che abbiamo cambiato parola. Dobbiamo con scienza, coscienza e rettitudine, con purezza di spirito e di animo, metterci dinanzi alla Parola di Gesù ed osservarla interamente, secondo tutto il suo significato e secondo le modalità che la stessa parola detta e suggerisce per noi.
• Rispondeva: « Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
La condivisione dei beni è attualizzazione della Parola. E’ il primo passo: si comincia stando di fronte al bisogno dell’altro. E’ una legge della vita: prendendosi cura dell’altro si spalanca il cuore a riconoscere che il povero sei tu, il primo ad aver bisogno ad essere salvato sei tu.
• Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Ogni cosa ha un limite di giustizia; rispettarlo è regola che vale per tutti ed in ogni circostanza. Perché questo limite si rispetti è necessario che il cuore sia libero da ogni ingordigia. Occorre allora vigilare sul cuore perché viva sempre in questa libertà.
• Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe».
Non solamente bisogna dare ciò che si ha; non bisogna prendersi ciò che non si ha, o che non si può avere, o tutto ciò che potrebbe causare disordini sociali, qualora fosse preso. La virtù della carità si esprime nella condivisione, ma anche nella temperanza e nella sobrietà. Accontentarsi di ciò che si ha, perché il resto non si può avere, dona gioia, ma soprattutto pace.
• Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni se non fosse lui il Cristo,
La gente vuole sapere chi in realtà Giovanni è e comincia a chiedersi, ognuno nel proprio cuore.
• Giovanni rispose a tutti dicendo: «lo vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Giovanni risponde senza indugio. Egli non può permettere che la falsità circa la sua persona si insinui nelle mente e li svii dalla retta via. Il suo compito, il suo ministero è di battezzare con acqua.
Dopo verrà uno che è talmente grande che lui stesso non si reputa degno neanche di sciogliergli il legaccio dei sandali. Non c’è tra Giovanni ed il Cristo neanche il rapporto che intercorre tra servo e Padrone; c’è invece lo stesso rapporto che esiste tra il tutto ed il niente, Cristo è il tutto e lui è il niente. Questo non solo riguardo alla persona, quanto anche all’opera che colui che deve venire compirà. Lui battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Lui darà la vera vita, porterà sulla terra la distruzione del peccato e creerà nuovi cuori con la santità dello Spirito. Chiarezza profetica di verità circa l’opera e la persona. Questa chiarezza è richiesta a chiunque voglia operare con Dio. Costui deve sapere con precisione chi è lui e cosa è chiamato a fare; chi sono gli altri e cosa debbono loro fare.
• Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile ».
La Parola di colui che deve venire opera un giudizio eterno; il buon grano sarà portato nei granai del cielo, mentre la pula sarà bruciata con un fuoco inestinguibile. Viene qui con chiarezza manifestata l’eternità sia del paradiso che dell’inferno. Non solo. Viene confermato il giudizio profetico su ogni azione dell’uomo. Alla fine del tempo ogni uomo si presenterà dinanzi al Signore per ricevere il giudizio sul suo operato; giudizio inappellabile dalla sentenza eterna. Il Vangelo è questa verità. Proclamarla è dire il Vangelo, la buona novella della grazia e della vita eterna.
• Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
La Parola in Giovanni è potente e lui nulla tralascia pur di annunziare al popolo la buona novella. L’esortazione aggiunge alla predicazione quella parte di cuore, che desidera e brama che l’altro si salvi. Essa è come un invito pressante e l’invito è pressante perché è mosso dalla grande carità di chi lo rivolge, perché sa che c’è un pericolo di morte eterna che incombe su quanti si rifiutano di accogliere la Parola e fondare su di essa la propria vita.

Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco
Il battesimo di Giovanni, che è di conversione per il perdono dei peccati, deve preparare i cuori perché possano ricevere l'altro battesimo: quello in Spirito Santo e fuoco con il quale battezzerà il Messia che viene, anzi che è già presente in mezzo al popolo. Da dove inizia la vera conversione? Per il Precursore del Signore essa deve cominciare dalla carità, non certo da quella perfettissima, che esige il cuore nuovo, quello che metterà nel petto lo Spirito Santo che è dono di Cristo Gesù, ma di quella iniziale, semplice, piccola, spicciola, che tutti possono praticare, esercitare, vivere. Questa carità o misericordia iniziale è fatta di quotidianità. Anzi la carità che lui annunzia è invito a vivere la vita in un modo nuovo. Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha. Chi possiede un pezzo di pane, abbia la forza di condividerlo con chi non ne possiede affatto. Chi è preposto alla raccolta delle tasse, si limiti a ciò che è imposto, senza maggiorare il dovuto. Chi è soldato ed ha una paga si accontenti di essa e nell'esercizio della sua missione non estorca, non faccia violenza, osservi la legge della guerra e della pace. La carità, o misericordia, che Giovanni insegna è semplice da praticare: essa è la vita pensata in modo diverso. Anziché vivere solo per sé sacrificando gli altri ai propri interessi, si deve iniziare a pensare gli altri come persone cui sempre si deve fare il bene. Ad esse mai va fatto il male. Esse vanno costantemente aiutate nelle loro piccole o grandi difficoltà della giornata. Come si può constatare, non si tratta di atti isolati, messi in atto un volta durante la vita, o durante l'anno. La conversione alla carità è conversione ad uno stile nuovo di condurre i propri giorni. Si dona alla vita una dimensione di amore, giustizia, verità, santità, misericordia, pace, riconciliazione, elemosina, condivisione. Se non si inizia con questa conversione semplice all'amore, anche se si riceverà domani tutta la potenza dello Spirito Santo, il cuore rimarrà di pietra e la mente di ferro, gli occhi saranno di creta e mai si vede l'altro come persona da amare. Lo si vedrà sempre come una cosa da sfruttare a nostro esclusivo vantaggio. Chi possiede gli occhi di creta e il cuore di ferro, mai potrà amare, perché è incapace di vedere la sofferenza dinanzi a sé. È privo di ogni compassione. Manca di sensibilità spirituale. Sempre rimarrà freddo come il ferro e secco come la creta. Il suo cuore non è stato colpito dalla Parola del Signore che lo invita alla conversione e all'amore. La Chiesa, come Giovanni il Battista, deve ogni giorno preparare i cuori ad accogliere il Signore che viene nei sacramenti. Se essa non invita i cuori a iniziare dalla carità primaria, che è nell'osservanza delle regole più semplici della vita che sono i comandamenti e nella condivisione di ciò che si possiede, l'uomo non cambia e se non cambia i sacramenti che essa celebra sono esposti a vanità, non producono in chi li riceve veri frutti di vita eterna. Chi vuole essere battezzato in Spirito Santo e fuoco deve iniziare dall'osservanza dei comandamenti e dalla pratica della carità. È il segno che il cuore desidera essere immerso nello Spirito Santo, consumato dal suo fuoco.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera conversione.
Spunti di riflessione:
- Necessità della conversione: Sento la necessità di cambiare la mia mentalità imperfetta al modo di pensare e agire divino?
- Cosa posso fare io per preparare la seconda venuta del Signore?
- Nel mio gesto di carità penso l’altro come persona cui sempre si deve fare il bene?