IV domenica tempo ordinario Anno C


Scuola di Vita
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (C)
Ger 1, 4 - 5, 17 - 19 ; Dal Salmo 70 (71) ; 1Cor 12, 31 – 13,13
LC 4, 21 – 30

TEMA: Messianicità - Incredulità

• In quel tempo,Gesù cominciò a dire nelle sinagoghe: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
È una bomba! Un fulmine a ciel sereno! Chi mai si sarebbe aspettato tanto. Le profezie, si sa, sono sempre per gli altri, sempre lontane da noi, sempre da compiersi e mai compiute. Gesù proclama il compimento delle parole lette. Dichiara se stesso Messia di Dio, mandato dal Padre, unto di Spirito Santo, per compiere quanto le parole della Profezia hanno preannunziato.
• Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».
Il primo impatto sembra buono... almeno all’apparenza... Ma c’è nei loro cuori qualcosa non di buono che Gesù legge e vede... L’uomo si può ingannare, non si può invece ingannare colui che è ricolmo dello Spirito di Dio e vede e legge il cuore degli uomini.
• Ma egli rispose loro: “Certamente voi mi citerete questo proverbio: <<Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui. nella tua Patria!».
Le parole della Profezia non sono sufficienti per convincere. Occorre che ci siano i segni, i miracoli. Ma Gesù non dona mai un miracolo per far nascere la fede in qualcuno; in lui il miracolo è solo frutto di una grande misericordia verso coloro che già credono nella sua messianicità.
• Poi aggiunse: « In vertà io vi dico: Nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità vi dico : c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
Tuttavia egli il segno della verità lo dona attraverso la Scrittura. Quelli di Nazaret dovranno credere in Gesù passando attraverso la via della testimonianza della Scrittura, non attraverso la via dei segni. La Scrittura attesta che Elia non fece miracoli nella sua terra, in terra di Canaan, bensì fuori della sua Patria. Egli risuscitò il figlio della vedova di Zarepta e in questa stessa casa fece sì che la farina della giara non si esaurisse e l’olio dell’orcio non venisse meno, per tutto il tempo della carestia.
Gesù è nella linea di Elia. Egli è pertanto vero inviato di Dio. I segni in Patria non servono per attestare la veridicità della missione di qualcuno; servono quelli di fuori. Gesù si dichiara non disponibile a fare il miracolo, ma anche offre loro una testimonianza scritturistica al fine di fondare e giustificare la loro fede nella sua messianicità.
• C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu purificato se non Naaman, il Siro».
Anche con Eliseo uno dei più grandi miracoli si compì con uno straniero. Ed Eliseo fu un grande profeta.
• All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si alzarono e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.
L’incredulità produce sdegno, lo sdegno genera violenza; la violenza volontà di togliere di mezzo Gesù. Aveva visto bene il Signore che nel loro cuore non c’era volontà di conversione; per questo egli li inchioda alla Parola ella Scrittura. Quando non si crede alla Parola della Scrittura e non si passa attraverso di essa, non c’è possibilità alcuna di salvezza. Le vie esterne non servono, non risolvono il problema che è nel cuore.
• Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Attorno a Gesù c’è come un muro di fuoco... Nulla potrà toccarlo finché il Padre suo non lo consentirà.... I giusti sono nelle mani di Dio ed essi devono svolgere la missione che il Padre ha loro affidato. Quando la missione sarà finita e per compierla tutta intera con la testimonianza della loro vita, il Signore permetterà, perché così sta scritto nel suo piano divino, che il giusto cada nelle mani dell’uomo. Ma questa caduta è per rendere una gloria ancora più grande al Padre dei cieli che li ha inviati per il compimento della salvezza sulla terra.

Non è costui il figlio di Giuseppe?
Tutto il Vangelo attesta, in ogni sua parola, che Gesù è mosso, guidato, sorretto, custodito dalla sapienza dello Spirito Santo, che in Lui agisce con ogni potenza di scienza e di rivelazione. Nella sinagoga Lui ha rivelato il compimento della profezia di Isaia. Così dicendo, Gesù si manifesta come vero profeta del Dio vivente con una missione ben definita da compiere. Tiene lontana ogni idea che Lui possa essere identificato come il Messia di Dio, venuto in mezzo a loro. Il messianismo ai tempi di Gesù era fortemente politicizzato, a motivo della sottomissione ad un popolo straniero dei figli d'Israele, la cui vocazione era la libertà politica da qualsiasi popolo della terra. Il profeta invece è legato alla Parola di Dio. Egli è sempre mandato per ricordare la Legge dell'Alleanza, invitare alla conversione, annunziare il perdono del Signore, chiamare tutti alla piena obbedienza alla volontà del loro Signore, così come essa è contenuta nella Legge, nei Profeti, nei Salmi. Profeta e Parola sono una cosa sola.
Quanti sono ad ascoltarlo conoscono Gesù fin dalla sua infanzia. Sanno delle sue umili origini. Lui è di famiglia povera, semplice, piccola. Se lui vuole essere creduto, deve compiere i prodigi compiuti altrove. Il profeta non è vero perché compie prodigi. È vero perché dice la vera Parola del Signore. La verità del Profeta è la Parola che si compie. Ma la verità del profeta è anche la perfetta corrispondenza tra la Parola che Lui dice e la Parola proferita da Dio e scritta per il suo popolo sul monte Sinai. Queste due verità devono essere una sola verità. La Parola attuale del profeta mai potrà contraddire la Parola che è a fondamento dell'Alleanza e che sono i Dieci Comandamenti. Gesù difende la sua verità e anche giustifica il non compimento di miracoli, facendo esplicito riferimento al profeta Elia ed Eliseo. Elia fece due grandi miracoli ad una vedova in Sarepta di Sidone. Fece sì che l'olio non si esaurisse e la farina non venisse meno per più di tre anni. Risuscitò anche il figlio della vedova che era morto. Eliseo guarì dalla lebbra solo uno straniero. Se Gesù ha fatto dei miracoli ad altri e non ai suoi concittadini, Lui altro non fa' che agire secondo lo stile dei veri profeti. È un segno questo della sua verità. Mentre non sarebbe un segno se compisse miracoli in mezzo a loro. Il popolo non accetta questa giustificazione. Anzi si riempie di sdegno e vuole precipitare Gesù dal precipizio sul quale la loro città era costruita. Ma Gesù passa in mezzo a loro e si mette in cammino per dirigersi altrove. Ora però Lui sa che vi sono due modalità di essere: da Dio, dal Padre, nello Spirito Santo e dalla volontà degli uomini. Quando Lui non dirà e non farà ciò che vogliono gli uomini, sempre sarà esposto alla morte. Per questo, dovendo Lui fare sempre la volontà del Padre suo, dovrà essere interamente avvolto di Spirito Santo. Lo Spirito dovrà prendersi cura di Lui e suggerirgli anche le parole più semplici. Gesù non può camminare da solo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, vogliamo obbedire a Dio. Intercedete per noi, pregando.

Spunti di riflessione:

- Il programma di Gesù è quello di accogliere gli esclusi. Noi accogliamo tutti o escludiamo qualcuno? Quali sono i motivi che ci spingono ad escludere certe persone?
- Come vivo la mia appartenenza alla chiesa : Ho animo aperto per riconoscere che Dio opera anche oltre i confini della mia comunità?
- So vedere i compiti delle Scritture nella mia vita? In quali occasioni l’ho sperimentato?
- Il mio è un amore ristretto nei miei pregiudizi con cui impongo a Dio le mie scelte, oppure sono aperto al suo dono gratuito? Dono per me solo o anche per gli altri?
- Mi sento missionario nella mia famiglia, nell'ambiente di studio o lavoro, di svago?