V domenica tempo ordinario Anno C


Scuola di Vita
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (C)
Is 6, 1 – 2a. 3 - 8 ; Dal Salmo 137 (138) ; 1Cor 15, 1 – 11
LC 5, 1 – 11
TEMA: Chiamata – Missione

• In quel giorno, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando
presso il lago di Genèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Viene qui specificato che la folla non faceva ressa presso Gesù solamente per ottenere da lui guarigioni ed ogni altro genere di miracoli; la folla fa ressa per ascoltare la parola di Dio. La gente ha sete di parola e per questo corre da Gesù. Gesù da parte sua spezza loro il pane della parola, l’acqua della verità, nutrimento del loro spirito e della loro anima. Fa questo nella condizione migliore, seduto, a distanza, su di una barca.
L’accorrere della gente presso Gesù per ascoltare la Parola rivela in verità il bisogno nascosto e segreto dell’anima, che cerca luce, saggezza, certezza; che vuole conoscenza. Spesso però non trova sui suoi passi chi dona tutto questo. La gente si rifiuta di accorrere dove si promette la verità, mentre in realtà non si offre che menzogna e grossolanità. Questo dovrebbe farci riflettere, meditare, metterci in questione, cambiare metodo... più che metodo dovremmo noi per primi convertirci alla Parola, facendo sì che essa ritrovi il suo posto nel nostro cuore.
• Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti».
Dopo aver ammaestrato la folla, Gesù invita Simone a prendere il largo per la pesca. Simone risponde che hanno già lavorato tutta la notte, ma che non hanno preso nulla. Aggiunge però che avrebbe gettato nuovamente le reti nel lago sulla sua parola. Simone ha una fede grande in Gesù. Egli sa nel suo cuore che può ritornare a gettare le reti, nonostante l’esperienza negativa della notte, perché lo ha detto Gesù. La Parola di Gesù è per Simone verità. Questo episodio può e deve sconvolgere la nostra vita, la quale per essere fruttuosa, deve poggiare e fondarsi sulla parola di Gesù. Il prima, con Gesù, non conta, conta il presente vissuto sulla sua parola. La parola di Gesù, accolta con fede e vissuta con amore e fermezza di spirito, capovolge il passato negativo e ricolma di ricchi frutti il presente. Non resta allora che fare assai attenzione a quanto il Signore dice. Cercare il Signore è cercare la sua parola; cercare il suo volto è cercare la sua verità, cercare lui è volere conoscere quanto lui ci dice, ci suggerisce, ci comanda, ci ordina, ci prega di fare o di non fare. Il presente dell’uomo è in questa sua parola.
• Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti si rompevano. Allora fecero cenno
ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
La fede di Simone è verificata dalla storia. Sempre la fede deve essere verificata dalla storia. Ma prima viene la fede e poi la storia. Non può essere il contrario. Non avrebbe alcun senso, non aprirebbe l’uomo a confidare solo ed esclusivamente sulla parola di Gesù.
• AI veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo. «Signore, allontanati da me
che sono un peccatore».
Dinanzi a Gesù Simone si vede nella sua povera e misera umanità, fatta di tante debolezze, miserie, incredulità, tentennamenti, incapacità di trascendersi, non volontà di aprirsi al mistero che è sopra di noi e che ci sovrasta. Simone si vede semplicemente uomo dinanzi a Gesù che avverte diverso, differente, che è portatore di un mistero, mistero la cui grandezza è solamente intuibile, ma non afferrabile in pieno.
Dinanzi alla semplice umanità che si scontra e si vede nella potenza del mistero non resta che una semplicissima, ma umilissima professione di grandezza da parte di Simone nei confronti di Gesù. La mia umanità, Signore, dinanzi alla tua grandezza non può stare, non può resistere. Tu sei troppo grande ed io sono troppo piccolo, non in termini di statura o di dignità, ma in termini di santità; la mia santità in confronto con la tua non è altro che un miscuglio di peccato. Ecco perché ti devi allontanare. Ma Gesù è venuto per stare vicino al nostro peccato; lui vuole redimerlo e sconfiggerlo; vuole elevarci alla sua santità liberandoci dalla pochezza della nostra vita morale attraverso l’infusione nel nostro cuore di tutta la grandezza della carità che viene da Dio.
• Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto,
così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone.
La pesca miracolosa lascia un segno nel cuore; non solo in Simone, ma anche in tutti coloro che sapevano come in verità erano andate le cose. Con questo evento Gesù apre una breccia nel cuore di Simone e degli altri pescatori; questo evento serve a Gesù per cambiare interamente la vita di Simone. Come Simone ha cambiato interamente una notte di vuoto e di lavoro inutile con una pesca abbondantissima, perché ha seguito la parola di Gesù. Ora può cambiare una vita fatta di niente con un’altra che è garantita dalla stessa parola del Signore.
• Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». E,tirate le barche a
terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Troviamo in Simone lo stesso procedimento della pesca. Forte dell’esperienza di una fede verificata dalla storia, Simone sa che su Gesù può fondare la sua esistenza; questa può essere consegnata alla Parola di Gesù, perché la pesca sarà fruttuosa. Infatti Gesù non gli cambia il mestiere, gli cambia i pesci da pescare, che non saranno più nel lago, ma sulla terra, poiché da oggi dovrà abituarsi a pescare uomini nella rete del regno dei cieli. L’uomo ha bisogno di questi procedimenti logici, esperienziali, la sua umanità fatta di molto peccato e di poca santità, viene così aiutata dal Signore ad aprirsi alla sua parola e quando questo avviene si compie l’altro miracolo, perché i pesci sulla terra si pescano nella rete del regno solo per miracolo, solo perché il Signore l’ha detto, non per le nostre doti, per le nostre qualità, per i nostri esperimenti, o per altri ritrovati di una mente che escludendo a priori la parola del Signore, ne escogita e ne inventa per poter riempire quella rete che è sempre vuota e sempre più si svuota, perché l’uomo non vuole aprirsi al mistero della Parola di Gesù. Con il duplice episodio della rete e della vocazione di Simone Luca ci vuole insegnare un unico mistero, quello del regno, che si può costruire solo confidando nella Parola di Gesù e quindi solo la fede in Gesù ci apre un futuro ricco di frutti e di benedizioni celesti quanto alla crescita del regno di Dio in mezzo a noi.

Sulla tua parola getterò le reti
Il Vangelo non è un evento vissuto ieri e oggi solamente narrato, ricordato. È invece fatto, storia, che deve essere vissuta oggi, anche se con modalità e forme diverse. La pesca miracolosa narrata dal Vangelo secondo Luca, viene inserita dal Vangelo secondo Giovanni in un altro contesto, in altre circostanze assai differenti, ma con lo stesso significato, gli stessi frutti, lo stesso comando del Signore, come a significare che ogni momento vissuto da Gesù con i suoi discepoli potrà essere vissuto dai discepoli lungo tutta l'arco della storia. Le modalità variano, La sostanza rimane. Qual è la verità che si nasconde dietro l'evento storico? Il mare è sempre vuoto. La rete viene tirata priva di pesci. Le barche sono al largo. I pescatori conoscono la loro arte. Questi sono elementi costanti dell'evento. Cosa manca, sia nel racconto secondo Luca e che in quello secondo Giovanni? Manca la Parola di Cristo Gesù. Perché la rete si riempia di grossi pesci occorre la fede alla Parola di Gesù e l'obbedienza al suo comando. Altra variante essenziale, fondamentale: nel racconto secondo Luca l'attore principale è Pietro. A lui è rivolta la Parola. Lui obbedisce. Nel racconto secondo Giovanni, gli attori sono tutti i discepoli presenti. A loro la Parola è rivolta. Loro obbediscono. Loro gettano la rete. Poi ogni discepolo vive con Gesù una sua particolare relazione. Quella di Giovanni è differente da quella di Pietro e degli altri. Verità essenziale è anche questa: Pietro è abituato a ritornare a riva con le reti vuote. Questo non lo scoraggia. Hanno faticato tutta la notte, ma non hanno preso nulla. La notte che verrà di sicuro andrà meglio. Un vero pescatore non si perde d'animo. Gesù vuole rassicurare Pietro. Nel mare del regno di Dio questo mai avverrà, se lui getterà la rete della Parola del Signore. Quando questa rete è gettata, sempre prende pesci per il regno. Pietro il giorno di Pentecoste getta la rete della Parola e prende in una sola volta ben circa tremila persone. Sarà sempre così. Quando non si prendono pesci nella rete è segno che non si è gettata la rete della Parola del Signore, ma quella del pensiero dell'uomo. Il pescatore del regno mai dovrà operare questo scambio.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che sempre gettiamo la rete della Parola di Gesù.
Spunti di riflessione :

- Sosto davanti a questa Parola che mi è stata donata. Gesù mi offre tempo, spazio, disponibilità piena per incontrarlo e conoscerlo, ma io so fermarmi, so rimanere, radicarmi in Lui, davanti a Lui?
- Ho fede, ho fiducia, ho confidenza in lui e perciò mi lascio andare, abbandono le prese? Mi guardo dentro con sincerità e serietà: dove sono piantati gli ormeggi della mia vita?
- Siamo perseveranti nella fiducia che riponiamo nella Parola di Gesù e cerchiamo di donarla anche quando non si riescono a vedere le prospettive?
- Dove e come avviene oggi la pesca miracolosa, che avviene facendo attenzione alla Parola di Gesù?
- "Lasciarono tutto e lo seguirono." Cosa devo lasciare per seguire Gesù?