I Domenica di Avvento (A)

I Domenica di Avvento (A)
Is 2, 1 – 5; Salmo 121 (122); Rm 13,11 – 14a
MT 24, 37 – 44
TEMA : Veglia – Eternità
• In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli :”Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.
La venuta del Figlio dell’uomo non è solo quella che si compirà alla fine del mondo. È anche quella della morte di ogni singola persona. Possiamo anche applicare questa verità ad ogni forma di venuta di Gesù nella nostra vita. Ora Gesù ci offre l’’immagine della venuta del Padre suo nel giorno del diluvio perché noi possiamo comprendere immediatezza e repentinità del suo intervento nella nostra vita. Gesù viene senza preavviso, senza tromba. Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Cosa è che caratterizza i giorni di Noè? Possiamo dire che essi sono caratterizzati dalla falsa sicurezza che dona il peccato, il vizio, la stoltezza, l’insensatezza.
• Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino a quando Noè entrò nell’arca,
Quando l’uomo è nel peccato, la stoltezza lo avvolge e lui si crede eterno, onnipotente, immortale,
invincibile, sicuro. Da questa falsa convinzione pensa di poter fare qualsiasi cosa, anche il male più
efferato. Lui si vede Dio. Gesù rivela questa falsa sicurezza fondata sul peccato. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca. L’uomo vive da vero stolto. Vive il presente senza pensare al futuro. Vive senza alcun riferimento a Dio e alla sua Signoria eterna su di lui. Vive non pensando che ogni sua azione è misurata, pesata, sottoposta a giudizio. Ma soprattutto vive come se il tempo fosse tutto per lui. Tutti i mali dell’uomo iniziano dal momento in cui dimentica il Signore, il suo Creatore, il suo Dio, al quale dovrà rendere conto di ogni sua opera, sia di bene che di male.
• e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo.
Nessuno al tempo di Noè ha pensato che le acque potessero coprire la terra e travolgere ogni forma
di vita. Nessuno si accorse di nulla finché non venne il diluvio e travolse tutti. Sempre tra il prima è
il dopo vi è l’istante di Dio. Un istante prima si è in vita, un istante dopo si è nella morte. Prima si è
nel tempo e subito nell’eternità. Quest’istante va sempre ben ponderato. Ora vivo. Fra un istante
sono morto. Il prima è dell’uomo, l’istante è di Dio.
Così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Il prima è dell’uomo e l’uomo crede che il suo
prima sia eterno. Un istante dopo viene il Figlio dell’uomo e tutte le sicurezze dell’uomo
scompaiono. Dell’istante il Governatore è Dio.
• Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.
Quando viene l’istante di Dio e può avvenire in ogni istante, cosa accade nessuno lo sa. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Chi vive e chi muore nessuno lo sa. Eppure tutti e due sono nello stesso luogo, stanno facendo la stessa cosa. È questa l’incertezza della vita umana. Nessuno sa fra un istante cosa gli accadrà. Perché l’uno vive e l’altro muore? È il grande mistero della vita.
Perché uno è lasciato e l’altro è portato via? È il grande mistero della vita. Chi muore e chi vive nessuno lo potrà determinare. È questo l’imponderabile della nostra umana esistenza. L’uomo non possiede la scienza della sua vita.
• Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
Poiché nessuno sa quando viene il Figlio dell’uomo e in ogni istante Lui potrebbe venire, urge l’obbligo di essere sempre pronti. Gesù lo dice: Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Non solo non sappiamo in quale giorno, neanche sappiamo in quale ora del giorno. L’istante dopo è sempre di Dio. Con questa verità nel cuore dobbiamo vivere. Ma qual è il motivo per cui dobbiamo vegliare? Dobbiamo vegliare perché il Signore nostro viene per il giudizio. Viene per aprire le porte dell’eternità, viene per strapparci da questa terra. Se non siamo trovati nella sua giustizia e verità, per noi si aprono le porte della perdizione.
Se la verità della perdizione eterna è cancellata, dichiarata non vera, allora vegliare o non vegliare non ha più alcun senso. Il Signore nostro viene, apre le porte del suo Paradiso, ci accoglie nella sue dimore eterne.
• Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
Questa immagine serve ancora una volta a rivelarci la repentinità della venuta del Figlio dell’uomo. Uno veglia per un intero anno. Poi smette di vegliare, si abbandona al male, viene il Signore ed è trovato nell’ingiustizia. Gesù ci invita a riflettere, a cercare di comprendere. Se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Invece nulla sa del ladro. Si addormenta. Il ladro viene. Il padrone di casa può addormentarsi. L’uomo mai potrà addormentarsi. Ne va di mezzo la sua eternità. Per una sola distrazione ci si può trovare nell’inferno e piangere per l’eternità l’attimo di stoltezza e di insipienza. Urge vigilare.
• Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate,viene il Figlio dell'uomo.
Siamo avvisati. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Il Figlio dell’uomo viene per il giudizio. Si muore. Si lascia la terra. Si entra nell’eternità senza più ritorno indietro. L’eternità non è fatta solo di paradiso. È fatta di benedizione e di maledizione, di morte e di vita eterna, di casa di Dio e casa del diavolo. Dobbiamo essere pronti per poter essere accolti nella casa di Dio e gustare in eterno la sua gioia. Se il Figlio dell’uomo viene e ci trova nella casa del diavolo, che è la casa della disobbedienza e del peccato, dell’ingiustizia e dell’idolatria, mai ci potrà condurre nella casa di Dio e noi finiremo nella casa del diavolo per l’eternità.
Chi non vuole finire per l’eternità nella casa del diavolo, deve mettere ogni cura, vigilanza, attenzione perché rimanga sulla terra sempre nella casa di Dio, che è la casa della verità, della giustizia, della santità, dell’obbedienza al Vangelo.

Nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo
Cristo è venuto per la redenzione eterna dell'uomo. Sempre per la redenzione eterna viene ogni giorno nel sacramento dell'Eucaristia per ricolmarci di ogni grazia e verità. Viene in ogni altro sacramento della salvezza che noi celebriamo. Viene con la sua grazia quando noi lo invochiamo. Viene con il suo Santo Spirito quando lo imploriamo perché lo faccia scendere e posarsi sopra di noi.
Come "strumento di grazia e di salvezza, di santità e di verità" viene in forma invisibile in molti modi. I nostri occhi di carne però non lo vedono e noi pensiamo che Lui sia assente dalla nostra vita. Anche i sacramenti che celebriamo spesso sono assai bistrattati. Si è distratti, lontani con il cuore e con la mente dal loro mistero di grazia e di verità, di Spirito Santo e di vita eterna. Oggi Gesù viene anche in forma visibile ed è in quell'esercito di poveri, miserabili, sfruttati, assetati, affamati, ingannati, forestieri, pellegrini, lavoratori stranieri, badanti, sottopagati, umiliati, schiavizzati, messi ai margini della nostra società. Viene come pegno di vita eterna. Noi accogliamo Lui, gli diamo un posto nella nostra vita. Lui domani accoglierà noi. Ci darà un posto nella sua vita eterna, nel suo paradiso. È un scambio. Un pezzo della nostra vita per un periodo breve di tempo. La sua intera vita per l'eternità beata.
Molti sono i modi visibili e invisibili attraverso i quali Gesù viene. Di questa sua venuta per la nostra salvezza quasi sempre ci disinteressiamo. Le nostre quotidiane occupazioni ci tolgono la vista. Siamo come il ricco epulone, così intento a immergere la testa nella sua grande pentola del cibo, che mai si è accorto che dinanzi alla sua porta vi era la sua salvezza, la sua chiave per entrare e rimanere nella vita beata del Paradiso. Questo tempo però finirà. Esso è breve. Dura un attimo. Poi sarà la fine.
Il giorno della nostra fine verrà quando noi non sospettiamo, non pensiamo, non immaginiamo. Per questo Gesù ci invita a vegliare. Verrà poi sorella morte e ci porterà dinanzi a Gesù. Lo vedremo faccia a faccia. Lo vedremo - e qui sbalordiremo - nelle vesti e nelle sembianze del povero che non abbiamo aiutato, del forestiero che abbiamo sfruttato, del misero che abbiamo svenato, del lavoratore che abbiamo defraudato, dello straniero che abbiamo calpestato, del forestiero che abbiamo insultato, della badante che abbiamo umiliata. Sarà questo Gesù il nostro giudice. Sarà a Lui che chiederemo aiuto allo stesso modo che il ricco epulone chiese aiuto a Lazzaro, il povero che quotidianamente giaceva dinanzi alla sua porta.
Cosa ci risponderà Gesù? Tu non mi hai riconosciuto. Io non posso riconoscerti. Non mi hai amato. Non posso amarti. Non mi hai aiutato. Non posso aiutarti. Non mi hai accolto. Non posso accoglierti. Mi hai disprezzato. Non posso apprezzarti. Mi hai messo ai margini della tua vita. Non posso accoglierti al centro della mia. Tu non hai voluto, potendo. Io vorrei, ma non posso.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, donaci occhi per vedere Gesù e cuore per accoglierlo e servirlo. Angeli e Santi di Dio, fate che Gesù mai sia umiliato da noi.
Spunti di riflessione :
- Riprendiamo la lettura del brano evangelico e fermiamoci guardando alla nostra realtà. Cosa avviene ai giorni di Noè? E’possibile riconoscere il giorno e l’ora di questi avvenimenti? Non è forse la situazione largamente riscontrabile ai nostri giorni?
- Non capita anche a molti di noi lasciarsi totalmente assorbire dalle preoccupazioni e impegni quotidiani, simboleggiati dal “mangiare e bere”, dalle cose effimere, da non aver tempo per l’oltre proprio dell’uomo/donna e, quel che è peggio, da essersi talmente addormentati da non percepirne il valore, da non avvertirne il bisogno?
- Guardo con speranza al futuro, sapendo che dinanzi a me c’è il Signore “nostro”, colui che ci ama e viene a noi per salvarci? O sono piuttosto permeato dalla paura, dall’incertezza, dal dubbio circa ciò che potrà essere, circa il come e il quando potrà accadere questo o quello?
- L’avvento è momento favorevole per guardarci attorno, per guardarci dentro, per rivedere le nostre scelte, i nostri stili di vita alla luce della Parola di Dio. Quale è il nostro modo di aspettare la venuta di Gesù? La mia vita è segnata davvero dall’ attesa del Signore? O, preso dalle mille faccende di ogni giorno metto in secondo piano il Regno di Dio?
- In cosa consiste esattamente la vigilanza a cui ci esorta Gesù?
- “Una persona sarà presa e l’altra lasciata”. Cosa vuole insegnare Gesù con questa affermazione?