II DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA (A)

II DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA (A)
Gen 12,1 – 4a; Dal Salmo 32 (33) ; 2Tm 1,8b - 10
MT 17, 1 – 9

TEMA: Umanità – Divinità

• [1] In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.
Sono passati sei giorni da quando il Signore Gesù ha rivelato la piena verità sul compimento della
sua missione. Ora Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li conduce in disparte, su un
alto monte. Questi tre discepoli sono testimoni oculari privilegiati di alcuni eventi che segnano una
vera svolta nella vita di Gesù:
In Matteo sono i testimoni della trasfigurazione e dell'orazione nel Getsemani: Pietro, Giacomo e
Giovanni. In Marco sono testimoni di tre eventi: della risurrezione della figlia di Giairo, della
trasfigurazione, della preghiera nel Getsemani. In Luca infine sono testimoni della risurrezione della
figlia di Giairo e della trasfigurazione. Gesù li conduce in disparte perché deve far vedere loro
qualcosa che gli altri discepoli per il momento non devono vedere. L'alto monte sul quale li conduce
è segno della presenza di Dio. Gesù porta questi tre discepoli presso Dio, alla sua presenza. È come
se li introducesse nella sfera del divino.

• [2]E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
Con l'Incarnazione la carne di Cristo Gesù era come un velo che nascondeva, rendeva invisibile la
sua divinità. Sul monte è la divinità che rende invisibile l'umanità. Gesù si mostra ai discepoli nella
sua verità eterna, o essenza divina. Si mostra nelle vesti di Dio, del Dio che Lui è per essenza
eterna, perché generato dal Padre prima di tutti i secoli. Sole e luce sono come la veste di Dio.
Dio è luce eterna, increata, divina. Gesù non si veste di questa luce. Questa luce è Lui stesso per
natura e per Persona divina. Questa luce eterna e divina, che Lui è, mostra ai suoi tre discepoli.

• [3]Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Gli fa corona tutto l'Antico Testamento, rappresentato dalla Legge nella persona di Mosè e dai
Profeti nella persona di Elia. Elia e Mosè, tutta la rivelazione data da Dio ai Padri, parla con Gesù.
Elia e Mosè sono con Gesù. Se sono con Gesù, sono con la Parola di Gesù, con la rivelazione di
Gesù, con quanto Gesù sta dicendo loro anche sul fatto della sua fine che da lì a poco sarebbe
avvenuta in Gerusalemme. L'Antico testamento è concorde con Gesù. Gesù e l'Antico Testamento
sono un solo mistero da compiere.

• [4] Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: Signore, è bello per noi essere qui; se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia.
Pietro si lascia prendere dalla bellezza e incanto di questa visione e fa a Gesù una proposta che
ancora una volta ha il sapore di una bella e buona tentazione. Dove deve andare Gesù?
A Gerusalemme per essere crocifisso, per risorgere il terzo giorno. Cosa gli propone Pietro?
Di rimanere sul monte fissi in quella visione d'incanto: "Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi,
farò tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia. Una verità è giusto che venga messa in
risalto: Pietro e gli altri riconoscono nelle due persone che conversano con Gesù Mosè ed Elia.
Loro sanno che la Legge e i Profeti stanno parlando con Gesù. Luca dirà che Gesù, Elia e Mosè
parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento in Gerusalemme.
Il testo di Marco è in tutto simile a quello di Matteo.
Gesù parla con Mosè e con Elia sulla sua prossima dipartita che avrebbe portato a compimento a
Gerusalemme e Pietro gli propone di rimanere lì sul monte, per sempre.
La tentazione ha mille volti. Si presenta in infiniti modi. A noi l'obbligo di smascherarla per
vincerla.

• [5]Egli stava ancora parlando, quando una nuvola luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compimento. Ascoltatelo.
La nube luminosa è segno della presenza di Dio. Avvolgendo i discepoli è come se li rendesse
partecipi per un istante del mistero divino che è Dio stesso. La nube assieme alla colonna di fuoco è
il segno della perenne presenza di Dio nel viaggio dei figli di Israele verso la Terra Promessa.
L'ombra di Dio è Dio stesso. Dio avvolge di sé i discepoli. Li compenetra del suo mistero.
Se loro vorranno essere veri discepoli di Gesù dovranno essere sempre avvolti da questo mistero
divino. Cosa che per loro avverrà il giorno di Pentecoste, quando la Luce Eterna dello Spirito Santo
si poserà sopra di loro. Non si può essere discepoli di Cristo Gesù ed essere avvolti dal mondo.
Da ciò da cui ognuno si lascia avvolgere, quello lui è. Se si lascia avvolgere dall'ombra di Dio in
modo permanente, lui parla i misteri di Dio, li svela e li rivela, li annunzia e li spiega, in tutto come
sta facendo Cristo Gesù. Se invece uno si lascia avvolgere dal mondo, secondo il mondo parla.
Ma se parla secondo il mondo, non parla parole di verità. Il mondo conosce una cosa sola: la
menzogna, la falsità, il peccato. Dopo essere stati avvolti dall'ombra che è Dio stesso, i discepoli
ascoltano la voce del Padre che rivela chi è Gesù Signore. Gesù è il suo Figlio prediletto. È il Figlio
da Lui generato prima di tutti i secoli. È il Figlio secondo la comprensione che ci fornisce San
Giovanni nel suo Prologo. Dio si è compiaciuto di questo suo Figlio prediletto. Si è compiaciuto, si
compiace perché Gesù fa sempre la sua volontà. Anche il suo andare a Gerusalemme è compimento
supremo della sua volontà. Dove non c'è compimento della volontà del Padre, lì non c'è neanche
compiacimento da parte del Padre. Il Padre si compiace perché il suo Figlio prediletto dice e fa le
cose che a Lui sono gradite. Dice e fa tutta la sua volontà. Poiché dice e fa la sua volontà, loro lo
dovranno sempre ascoltare. Tutta la volontà di Dio rivelata ai Padri si compie in Cristo. Tutta la
volontà attuale di Dio per ogni uomo si compie in Cristo. Quando c'è una differenza tra il pensiero
degli uomini e quello di Cristo Gesù, quello differente da quello di Cristo è un pensiero falso.
Questo pensiero non deve essere ascoltato. Ascoltato deve essere sempre il pensiero di Cristo Gesù.
I tre discepoli non devono ascoltare i loro pensieri. Sono del mondo. Devono ascoltare la Parola di
Cristo Gesù. È del Padre. Nessuno deve ascoltare una Parola che non è del Padre. Tutti coloro che
vogliono essere ascoltati devono sempre dire una Parola che è del Padre. Il Padre deve rendere loro
questa testimonianza: Ascoltatelo. La sua Parola è mia Parola. Ognuno deve rendere a Dio questa
gloria, dicendo: la Parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Questa è
stata sempre la testimonianza resa da Gesù a quanti lo ascoltavano.

• [6]All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.
Il grande timore nasce dalla certezza che loro sono avvolti dal mistero di Dio. Dio è veramente
presente in mezzo a loro. Dinanzi alla presenza di Dio non si può provare se non un grande timore.
Di questo timore è pervasa tutta l'Antica Scrittura.
• [7]Ma Gesù si avvicinò , li toccò e disse: Alzatevi e non temete.
Gesù ora li rassicura. Tutto è finito. Non temete. Dio è tornato nella sua invisibilità. La carne
nuovamente è quel velo che nasconde l'essenza eterna di Gesù Signore. Tutto è tornato come
prima? No. Sappiamo che nel cuore di Pietro questa visione si è impressa in modo indelebile ed è
divenuta nel tempo il fondamento certo della sua fede.

• [8]Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Ora nuovamente sono loro e Gesù da soli, come all'inizio. Gesù per loro non è più quello di prima,
quello che hanno conosciuto fino a qualche istante fa. Ora loro sanno che Gesù appartiene alla
stessa sfera di Dio. Sanno che è il Suo Figlio prediletto nel quale il Padre si compiace. Sanno che la
Parola di Gesù è Parola del Padre. Sanno che la verità è nell'ascolto di Cristo. Sanno che dovranno
smetterla di ascoltare i loro pensieri, o i pensieri del mondo. Per questi tre discepoli c'è il prima
della trasfigurazione e c'è il dopo .Prima vedevano, ma non capivano. Ora vedono e possono capire.
Con la trasfigurazione i tre discepoli entrano in una nuova storia.

• [9] Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti.
Quanto i discepoli hanno visto sul monte deve rimanere nascosto nel loro cuore. Solo dopo la
risurrezione di Gesù essi potranno parlare di questo evento. Per ora i cuori sono troppo imbevuti di
umanità perché possano comprendere la verità di questo evento. È la prudenza che richiede il
silenzio. Il mistero di Cristo Gesù dovrà compiersi secondo la volontà di Dio, non secondo i
pensieri agitati degli uomini. La prudenza è vera via dell’annunzio. È la prima virtù dei missionari
di Cristo Gesù assieme alla semplicità. La prudenza è nelle parole, nelle opere, nei pensieri, nelle
relazioni. La prudenza deve avvolgere l’intera vita del missionario in ogni suo aspetto.

Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo
Per ogni formatore di coscienze e di intelligenze con la pienezza e totalità della luce radiosa del Padre, viene un momento in cui la sua opera rischia il completo fallimento, a motivo della sua vita che necessariamente deve percorrere la strada che Dio ha tracciato per lui. Il vero discepolo è colui che segue le orme del suo maestro, anche se poi concretamente la storia gli assegna una concretezza diversa nelle modalità da seguire, non però nell'essenza e nella verità di Dio.
È questo un momento difficile per il Maestro Gesù. Lui cammina avanti, i suoi discepoli non vogliono camminare dietro. Sono loro che vorrebbero essere Maestri di Gesù e fare di Lui un loro discepolo, un allievo. Sono loro che si pensano una via e vogliono che sia anche la via di Gesù. Con questi cuori induriti e con queste intelligenze sopraffatte dall'effimero e dal contingente storico, incapaci di elevarsi alle supreme altezze dell'insegnamento di Gesù, tutte le vie umane, ordinarie, sono finite. Nessuna di esse riuscirà a capovolgere questa condizione spirituale opaca, questo limbo intellettuale e religioso di grande buio, questa caduta dalla fede.
Occorre una via soprannaturale forte, fuori del comune, eclatante, finalizzata a stordire i discepoli e a farli mettere in questione, se non del tutto, almeno in parte. Loro dovranno pensare che la loro mente non è il centro del pensiero e il loro cuore non è la sorgente della divina verità. Loro devono essere condotti a sapere che Dio non è dalla loro parte. Dio è con Cristo Gesù. Lui è dalla parte del loro Maestro assieme alla Legge e ai Profeti. I discepoli devono sapere che la loro verità non è la verità di Dio.
Le vie naturali che sono dall'uomo e sovente neanche le vie soprannaturali quali quelle della profezia e dei miracoli, sono sufficienti a scalzare una persona dalla verità che essa crede sia la verità di Dio. In questi frangenti storici che sono più frequenti di quanto uno possa immaginare, se Dio non interviene Lui direttamente dall'alto dei Cieli a sconquassare la nostra mente con un terremoto spirituale che proviene dalla storia, il cammino si interrompe, il discepolato si estingue, la sequela muore.
La storia della Chiesa avanza sulla via del discepolato di Cristo Gesù proprio a causa di questi terremoti spirituali che investono una persona e la travolgono. Da Saulo di Tarso all'ultimo Santo che nascerà nel mondo, un terremoto spirituale sempre attesterà che Dio è all'opera e non permette che le potenze degli inferi, che si manifestano come falsità del cuore e della mente, abbiano il sopravvento sulla sua divina verità. Questi terremoti sono altamente devastanti. Essi devono distruggere ogni nostra convinzione perché nel nostro cuore possa sorgere come sole di giustizia la verità del Padre.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, libera il nostro cuore da ogni nostra verità in modo che solo la verità di Cristo vi regni. Angeli e Santi, fateci veri discepoli di Gesù.
Spunti di riflessione:

- Ti sei mai chiesto chi è la persona di Gesù? La tua visione dell’identità di Gesù combacia a questa
proclamazione nella trasfigurazione?
- Che significato ha per la tua vita la proclamazione di Gesù come Figlio di Dio?
- Gesù non si capisce senza il mistero pasquale della passione, morte e risurrezione. Che senso ha
per te questo mistero? Come lo vivi quotidianamente?
- Quali sono o sono stati nella mia vita presente e passata queste esperienze di “trasfigurazione”?
- So dar il giusto peso a questi momenti di gioia e di speranza, o più facilmente mi scandalizzo dei
momenti in cui la croce si presenta nella mia esistenza?
- La preghiera è per me “visione” di Cristo che mi invita a pregustare nella comunione con Lui la
pienezza della gioia eterna del suo Regno?
- Mi ritrovo leggendo questo brano nella persona dei tre discepoli? Avrei voluto rimanere lì come voleva Pietro?
- Quali reazioni suscita in me invece guardare Gesù crocifisso?
- Mi metto in ascolto della Parola di Dio per capire ciò che il Signore dice alla mia vita?
- Faccio fatica a rimanere fedele a Gesù "una volta sceso/a dalla montagna", nell'opacità della vita quotidiana?